Bari e la sua storia
Distanza: 55,0 km da noi
È il nono comune italiano per popolazione, terzo del Mezzogiorno dopo Napoli e Palermo. La sua area metropolitana è la sesta d’Italia con quasi 1.300.000 abitanti.
È nota anche per essere la città nella quale riposano le reliquie di San Nicola. Tale condizione ha reso Bari e la sua basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa ortodossa in Occidente e anche un importante centro di comunicazione interconfessionale tra l’Ortodossia e il Cattolicesimo.
Bari ha una solida tradizione mercantile – imprenditoriale e da sempre è punto nevralgico nell’ambito del commercio e dei contatti politico-culturali con il Medio Oriente. Il suo porto è il maggiore scalo passeggeri del mare Adriatico. Dal 1930 si tiene a Bari la Fiera del Levante, tra le principali esposizioni fieristiche d’Italia. Più recentemente la città è diventata sede del segretariato per il Corridoio pan-europeo 8.
Non sono chiare le origini di Bari, ma da quanto emerso dagli scavi nell’area della chiesa di San Pietro, nella città vecchia, sembra ipotizzabile l’esistenza di un originario insediamento dell’età del bronzo, appartenente al popolo dei Peucezi; altri ipotizzano che Bari fosse stata colonizzata da Creta. In epoca greca, la città assunse il nome di Barion.
Entrata a far parte del dominio romano, nel III secolo a.C. come municipium, Barium si sviluppò in seguito alla costruzione della via Traiana. Era dotata di un poderoso castello, una zecca, un pantheon per le proprie divinità pagane e molto probabilmente di un teatro (come si ricava da una epigrafe di liberto rinvenuta nel succorpo della Cattedrale, ma di cui non sono emerse evidenze archeologiche).
Dal IV secolo, fu sede episcopale (era nota come ecclesia varina, come si legge in una dedica su pavimento di un’aula della chiesa paleocristiana al di sotto dell’attuale Cattedrale) e dopo la caduta dell’Impero Romano fu contesa tra Longobardi e Bizantini (l’attuale struttura della “città vecchia” risale a quest’epoca, e si articola intorno alla corte del Catapano).
Successivamente fu in mano degli Arabi (dall’847 all’871 fu sede di un emirato) e quindi dei duchi longobardi di Benevento. Nell’875 tornò ai Bizantini che la crearono capitale del thema di Langobardia, comprendente l’Apulia e la Calabria.
Liberata, dopo sei mesi di assedio dei Saraceni, dalla flotta veneziana, nel 1002 si ribellò sotto la guida di Melo di Bari (nobile barese) al governo fiscale del catapano bizantino, riuscendo nel 1018 ad ottenere la propria autonomia.
Ultimo possedimento bizantino in Italia, nel 1068, la città di Bari fu assediata dai normanni, che la strapparono ai bizantini nel 1071, e nel 1087 vi furono portate le spoglie di san Nicola di Myra. Tra il XII e il XIV secolo fu porto di partenza per le Crociate.
Nel 1098 nella cripta della nuova basilica di san Nicola, si riunì il concilio presieduto da papa Urbano II, al quale intervennero oltre 180 vescovi riunitisi per discutere di problemi dogmatici inerenti ai rapporti tra la Chiesa ortodossa e Chiesa Romana all’indomani del Grande Scisma.
Distrutta da Guglielmo il Malo nel 1156, tornò a rifiorire in epoca sveva, intorno al castello fatto erigere da Federico II su preesistenti fortificazioni normanne.
Un lungo periodo di decadenza (dovuta soprattutto alla politica vessatoria dei governi dominatori) caratterizzò la città sotto le dominazioni di Alduino Filangieri di Candida, Maestro della Regia Corte e Giustiziere di Bari dal 1284, e quelle angioina, aragonese e spagnola, interrotto dallo splendore sotto gli Sforza, con le duchesse Isabella d’Aragona e Bona Sforza. Bari subì anche la dominazione veneziana, grazie alla quale si ebbe l’ampliamento del porto e un periodo molto florido, favorito anche dal commercio di prodotti dell’entroterra, molto richiesti sui mercati esteri.
Il 24 aprile del 1813, con Gioacchino Murat, fu posta la prima pietra dell’espansione cittadina al di fuori delle mura medioevali (“borgo nuovo”, o “borgo murattiano”), caratterizzato dal tracciato ortogonale delle vie. La popolazione crebbe rapidamente dagli allora 18.000 abitanti ai 94.000 dell’inizio del XX secolo: divenuta capoluogo di provincia, vi trovarono sede edifici e istituzioni pubbliche (Teatro Piccinni, la camera di commercio, l’Acquedotto pugliese, il Teatro Petruzzelli, l’Università degli Studi) e la casa editrice Laterza.
Durante la Prima guerra mondiale dal settembre 1916 arriva la 101ª Squadriglia che resta fino al 18 gennaio 1919. Durante il ventennio fascista fu costruito il lungomare monumentale ed inaugurata la Fiera del Levante, con la quale prese vita il disegno di “Bari porta d’oriente“, consacrato negli anni recenti dal ruolo di “European gateway” assegnato dall’Unione europea.
A metà del XX secolo la città si espanse ulteriormente, in modo disordinato, giungendo a sfiorare i 400.000 abitanti negli anni settanta e ottanta.
La città, fatta metropoli, affronta i fenomeni del pendolarismo e della deurbanizzazione, mentre crescono il terziario e l’area industriale. A causa della sua posizione Bari accoglie un notevole flusso di immigrazione dall’est. L’8 agosto 1991 attracca nel porto la nave Vlora, carica di oltre ventimila Albanesi.
Alle porte del 2000 la città vecchia viene ristrutturata e restituita a nuova vita, mentre si avvia al termine un profondo rinnovamento infrastrutturale che coinvolge porto, aeroporto, interporto e ferrovia.
Fonte Wikipedia